Come saprete ieri sera c'è stata la cerimonia di presentazione dell’ 83esima edizione degli Academy Awards, i premi Oscar.
Cerchiamo di analizzare la serata con i suoi vincitori e vinti (ecco la lista completa dei vincitori), cercando di trarne un bilancio.
Partiamo innanzitutto dall’evento televisivo in sé, la lunga trasmissione (3 ore di diretta) che da sempre diverte e annoia allo stesso tempo.
Quest’anno si era puntato su due conduttori freschi e giovani, James Franco e Anne Hathaway (quest’ultima con grandi potenzialità da intrattenitrice), e nelle scorse settimane ci avevano sommerso di spot (come questo) per farci pregustare quanto ci saremmo divertiti per una volta a guardare la trasmissione.
Purtroppo così non è stato e la serata è stata una delle più noiose di sempre nonostante un ritmo piuttosto veloce (due premi alla volta, clip di presentazioni brevi e tagliati i momenti musicali al minimo). James Franco è stato l’elemento più deludente, visto che per la maggior parte del tempo sembrava annoiato e inespressivo, mentre la Hathaway gradevole come sempre ma vittima di una scaletta che ha ridotto i momenti di varietà al minimo e di un copione degno dei peggiori Mtv Movie Awards.
Tra i pochi momenti divertenti della serata c'è stato un simpatico scambio di ruoli tre Anne e James. Anne Hathaway aveva appena cantato On My Own dal musical I Miserabili vestita da uomo. Anne ha dedicato la canzone a Hugh Jackman, con cui doveva cantare in duetto: “C’è la tradizione di cantare agli Oscar, a cui ho preso parte due anni fa con Hugh Jackman. Quest’anno volevo fare ancora un duetto con lui, ma mi ha scaricata all’ultimo minuto quindi ho cercato di fare del mio meglio per coprire entrambi i ruoli”. Se Anne si è vestita da uomo, James non ha voluto essere da meno e si è presentato vestito da Marilyn Monroe.
La sorpresa non c’è stata e la cosa ha creato una delusione generale!
Tra i (pochi) migliori momenti della serata il video di commemorazione per le celebrità dello spettacolo scomparse nel 2010 con in sottofondo la voce di Celine Dion che cantava Smile, e il bellissimo montaggio di presentazione dei 10 film nominati nella categoria più importante sulle “note” del non-più-balbettante discorso finale di Colin Firth ne Il Discorso del Re.
Passando invece all’analisi dei premi della serata, Il Discorso del Re esce a testa alta dalla serata. 4 Oscar “pesanti” fanno dimenticare il fatto che avesse in tasca ben 12 nomination e che le previsioni della vigilia parlavano almeno di 7-8 premi.
In due ore e mezza di trasmissione Il Discorso del Re aveva vinto unicamente la statuetta della miglior sceneggiatura originale, ed era stato ignorato in categorie come scenografia, fotografia, colonna sonora e attori non protagonisti, preludio di un suo possibile ridimensionamento rispetto alle previsioni della vigilia.
Ci si aspettava ancora l’Oscar a Colin Firth e quello come Miglior Film, ma per la regia le quotazioni di David Fincher si erano alzate improvvisamente nel corso della serata visto l’andazzo. Invece la più grossa sorpresa della serata, che ha fatto rimanere veramente a bocca aperta, è arrivata proprio all'annuncio dell’Oscar per la Miglior Regia che è andato… a Tom Hooper! Una doccia fredda per Fincher e per molti, ad uno stesso incredulo Hooper è andato a ritirare l’importante premio, quello che non sono riusciti a vincerenemmeno in una vita intera maestri come Hitchcock, Kubrick, Bergman e Fellini.
Qualcuno potrebbe parlare lo stesso di una vittoria “dimezzata”, ma non è così. Ha vinto 4 dei 5 premi più importanti e a questo punto rimarrà nella storia degli Oscar e del cinema.
David Fincher sarà uscito con le ossa rotte per la seconda volta in 3 anni, ma il suo The Social Network no viste le 3 statuette che si è portato a casa (di certo non premi minori).
Miglior Sceneggiatura non originale, Montaggio e Colonna Sonora, tre elementi che costituiscono lo scheletro del bellissimo film di Fincher e che non solo sono perfettamente integrati in esso, ma sonocostruiti uno sull’altro. Senza dubbio Oscar meritatissimi nonostante non abbia scaldato i cuori dei membri dell’Academy quanto si sperasse.
Come previsto (anche se non era scontato) incetta di premi tecnici per Inception di Christopher Nolan, il “kolossal d’autore” che ha sorpreso tutto il mondo la scorsa estate per la sua orginalità. Migliori effetti visivi, sonoro e montaggio sonoro sono riconoscimenti doverosi per il film e per Nolan stesso, mentrel’Oscar per la miglior Fotografia a Wally Pfister è una delle poche sorprese della serata visto che per la nona volta è stato lasciato a mani vuote il maestro Roger Deakins (un’occasione mancata anche per dare un premio di consolazione a Il Grinta, 10 nomination e nemmeno una vittoria).
Possono ritenersi soddisfatti con 2 Oscar a testa il bellissimo The Fighter, che ha vinto per le migliori interpretazioni da non protagonisti (Melissa Leo e Christian Bale), Alice in Wonderland(scenografia e costumi) e Toy Story 3 – La grande fuga, che cancella i dubbi della vigilia su un possibile “scippo” ad opera di Dragon Trainer e porta in casa Pixar l’ennesimo Oscar (più quello per la miglior canzone originale).
Come previsto Rick Baker si è portato a casa il premio per il Miglior Trucco per Wolfman e Susanne Bierquello per il Miglior Film Staniero (In un mondo migliore). Niente premio invece per l‘artista misterioso Banksy visto che l’Oscar per il miglior documentario è andato a Inside Job, anche se forse non lo avrebbe nemmeno ritirato visto che non è salito nemmeno sul palco dei ben più “tranquilli” Indipendent Spirit Awards.
Miglior Sceneggiatura non originale, Montaggio e Colonna Sonora, tre elementi che costituiscono lo scheletro del bellissimo film di Fincher e che non solo sono perfettamente integrati in esso, ma sonocostruiti uno sull’altro. Senza dubbio Oscar meritatissimi nonostante non abbia scaldato i cuori dei membri dell’Academy quanto si sperasse.
Come previsto (anche se non era scontato) incetta di premi tecnici per Inception di Christopher Nolan, il “kolossal d’autore” che ha sorpreso tutto il mondo la scorsa estate per la sua orginalità. Migliori effetti visivi, sonoro e montaggio sonoro sono riconoscimenti doverosi per il film e per Nolan stesso, mentrel’Oscar per la miglior Fotografia a Wally Pfister è una delle poche sorprese della serata visto che per la nona volta è stato lasciato a mani vuote il maestro Roger Deakins (un’occasione mancata anche per dare un premio di consolazione a Il Grinta, 10 nomination e nemmeno una vittoria).
Possono ritenersi soddisfatti con 2 Oscar a testa il bellissimo The Fighter, che ha vinto per le migliori interpretazioni da non protagonisti (Melissa Leo e Christian Bale), Alice in Wonderland(scenografia e costumi) e Toy Story 3 – La grande fuga, che cancella i dubbi della vigilia su un possibile “scippo” ad opera di Dragon Trainer e porta in casa Pixar l’ennesimo Oscar (più quello per la miglior canzone originale).
Come previsto Rick Baker si è portato a casa il premio per il Miglior Trucco per Wolfman e Susanne Bierquello per il Miglior Film Staniero (In un mondo migliore). Niente premio invece per l‘artista misterioso Banksy visto che l’Oscar per il miglior documentario è andato a Inside Job, anche se forse non lo avrebbe nemmeno ritirato visto che non è salito nemmeno sul palco dei ben più “tranquilli” Indipendent Spirit Awards.
Il momento più emozionante della serata è stato la premiazione di Natalie Portman come miglior attrice protagonista per Il cigno nero, eletto all’unanimità dagli amici e compagni di evento di Border Radio come l’Oscar più meritato dell’intera edizione.
Commosso e sentito il suo discorso, in cui ringrazia tutti quelli che l’hanno aiutata a prepararsi e ad affrontare un ruolo così difficile come quello della ballerina Nina Sayers. Conclude ricordando che tra qualche tempo la aspetta il ruolo più importante della sua vita, quello di madre (visto che è incinta di pochi mesi).
In sostanza questa 83esima edizione ha accontentato un po’ tutti i film in gara, e nonostante le poche sorprese e la noia verrà ricordata con maggiore affetto rispetto alle precedenti due edizioni.
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